La fratellanza, nuovo «Quaderno» della SGSI

Pubblicato il 04.05.2022

La genealogia individua il filo che lega una generazione all’altra arrivando fino ai nostri giorni. Ogni tanto però la catena si rompe. Ma un attimo prima, quando sta per spezzarsi, che cosa succede? I nostri ascendenti si rassegnavano alla scomparsa della loro stirpe o prendevano contromisure atte a scongiurare l’inevitabile? La ricerca si concentra su questo particolare momento e analizza i rimedi adottati per eludere l’imminente pericolo. Gli atti notarili, soprattutto alcune tipologie di rogito, permettono di seguire passo passo come l’estinzione sia stata di fatto aggirata facendo ricorso ad alcuni strumenti giuridici. E tra tutti, uno svetta sugli altri: la fratellanza, il più utilizzato semplicemente perché il più duttile e adattabile a qualsiasi situazione.

Lo scorso 2 aprile 2022 all’Angolo d’Incontro a Giubiasco è stato presentato l’ultimo «Quaderno» della nostra Società scritto da Sandra Rossi, presidente della SGSI. Oltre all’autrice e a una quarantina di persone, erano presenti Carlo Zanolari, presidente del Consiglio parrocchiale di Giubiasco e Fabio Chierichetti, capo redattore del «Bollettino» della SGSI. La presentazione è stata curata da Gioele Beltraminelli, giovane genealogista e nostro socio.

Ma che cos’è la fratellanza?

Lo studio analizza, con esempi tratti dai documenti del distretto di Bellinzona, in particolare Giubiasco e la Valle Morobbia, i rimedi usati per scongiurare la fine di una stirpe o garantire, a chi resta, la sopravvivenza e la continuità dell’uso dei beni. Spesso succedeva che con la morte del capo famiglia, gli eredi si ritrovavano in grande difficoltà. Proprio per scongiurare o eludere tali pericoli, si faceva ricorso ad alcuni strumenti giuridici. Questo fin dall’inizio del 1500.

«Si ricorre alla fratellanza quando una coppia non ha procreato figli, ha generato solo femmine o a causa dell’inadeguatezza definitiva o momentanea dell’erede maschio», scrive l’autrice. Così, tra un documento e un albero genealogico, comprendiamo i meccanismi della fratellanza, per evitare, per esempio, che i fondi non siano più coltivati, cadano in deperimento e, non fornendo il sostentamento necessario per la sopravvivenza, debbano essere ipotecati, venduti o spartiti e suddivisi tra gli eredi agnati più prossimi, tutte esigenze per mantenere, accrescere e perpetuare la casa fornendole l’elemento essenziale: l’uomo in grado, grazie al duro lavoro e alla buona amministrazione, non solo di mantenere uniti i beni, ma anche e, soprattutto, di garantirne il futuro generando eredi. Nei documenti proposti scopriamo anche la quotidianità dei nostri antenati: «Ho sempre pensato» – scrive la storica – «che i rogiti fossero documenti essenzialmente tecnici, noiosi, ripetitivi, in un certo senso aridi e cavillosi, ho scoperto invece che parlano, raccontano e svelano la vita dei singoli individui, di una famiglia, di un villaggio e di un distretto. Ho sentito per la prima volta la voce delle donne, flebile, troppo spesso mediata da altri (padre, marito, fratello, cognato, curatore) ma comunque presente e percettibile tanto da permettermi di intravedere la loro quotidianità».

L’autrice ripercorre tutte le tipologie: fratellare l’erede con il marito, con i fratelli, i cognati, gli estranei, solo per citarne alcuni. A queste tipologie, troviamo anche le fratellanze che garantiscono una discendenza mancante o con trasmissione del cognome.

Interessante poi scoprire le durate di questi rimedi giuridici: perpetui, a termine, ripetuti, a posteriori…

Una tabella riassuntiva permette al lettore si muoversi a proprio agio tra tutte le tipologie di fratellanze.

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